ANTI-AGING

L’alimentazione e l’attività fisica ricoprono un ruolo fondamentale nel processo dell’invecchiamento.

Il corpo, se sottoposto ad uno stile di vita “malsano”, ci avvisa che il trattamento a cui è esposto è scorretto. In particolare se evitiamo di fare attività fisica oppure se è poca o esagerata, se stiamo mangiando troppo zucchero, troppi cereali raffinati, troppa carne rossa, grassi e troppi acidi grassi omega-6 in rapporto a quelli omega-3. Questi fattori sono predisponenti all’accumulo di radicali liberi nei tessuti, causando microlesioni sull’epitelio endovasale, dando origine a stress ossidativo. I primi segni clinici, a cui non si bada solitamente, sono i MUS ovvero i sintomi vaghi ed aspecifici.

Gli ormoni pro-infiammatori che potrebbero aumentare sono essenzialmente tre:

  • eicosanoidi;
  • insulina;
  • cortisolo;

Conosciamo inoltre due serie di cellule e di linee proteiche:

  • pro-infiammatorie dove prevalgono cellule di stato infiammatorio tissutale espressione di difesa attiva;
  • anti-infiammatorie con azione opposta, soppressiva, per bloccare l’infiammazione e portare alla guarigione;

In questo articolo parleremo degli eicosanoidi.

Gli eicosanoidi sono agenti biologici che regolano moltissime funzioni organiche. Appartengono a questa categoria le prostaglandine, le prostaciciline, le lipossine, i trombossani e i leucotrieni. Gli eicosanoidi regolano, con attività spesso opposte tra loro, il sistema cardiovascolare, la coagulazione nel sangue, la funzione renale, la risposta immunitaria, l’infiammazione e numerose altre funzioni. Bene chiarire che la distinzione tra eicosanoidi buoni e cattivi è una forzatura, poiché entrambi esercitano funzioni essenziali per l’organismo.

Infatti esaminando il ruolo biologico delle prostaglandine, un gruppo di eicosanoidi capaci di regolare la risposta immunitaria, quando l’organismo viene aggredito da agenti di natura biologica (batteri, virus, ecc), fisica (traumi, calore, raggi UV) o chimica (acidi, ecc), si difende dando origine alla cosiddetta risposta infiammatoria. Si tratta di un evento molto complesso, a cui partecipano moltissimi mediatori, eicosanoidi compresi. Nelle prime fasi agiscono prevalentemente le prostaglandine “cattive”. Grazie all’azione di questi eicosanoidi, nella zona aggredita i vasi si dilatano ed aumentano la loro permeabilità, favorendo il passaggio dei leucociti (globuli bianchi) nella sede d’infiammazione. A questo punto i globuli bianchi possono, a seconda dei casi, intervenire con conseguente rimozione dello stimolo che ha innescato l’infiammazione acuta, portando l’organismo alle condizioni antecedenti l’aggressione. Questo scopo viene raggiunto attraverso il rilascio di prostaglandine ad effetto anti-infiammatorio (PGE1, PGI2 e PG3). Se ciò non avvenisse l’infiammazione persisterebbe e diventerebbe cronica.

Dott. Corrado Del Torto – Dietista

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